laRegione, sabato 23 maggio 2020

Appassionato di motori, giornalista sportivo autore del libro “Volevo regalarti un sogno” e ideatore nel 2003 con Andrea Naldi ( purtroppo scomparso alcuni fa) del sito www.suissesport.ch, che cattura migliaia e migliaia di click mensili, quando il tempo glielo permette Franco Barin è attivo anche come pilota di vetture per gare da endurance. Nato 62 anni fa a Padova, la passione per i motori ,’ha ereditata  dal padre. “Uno sport che può essere difficile e complicato, ma che alla fine sono riuscito anche a praticare, ottenendo anche qualche vittoria, sempre come co-pilota, nelle gare di endurance, nei rispettivi campionati di categorie. Ricordo con molta soddisfazione la vittoria a bordo di una Bmw sul circuito tedesco del Nürburgring, definito da Jackie Stewart “ l’inferno verde” A proposito di inferno, il coronavirus ha compiuto quella che per certi versi è un’impresa: la pandemia in un attimo è infatti riuscita a zittire uno degli sport “ più rumorosi” che ci siano, e a rendere silenziosi tutte le piste del mondo, luoghi in cui si andava anche per sentire quei “ruggiti” dei motori , quel rombo che a noi appassionati di questo sport piacciono così tanto

Attraverso Suissesport.ch, Barin segue  segue le gesta dei piloti ticinesi, una risorsa importante.” Non dobbiamo pensare solo al passato, a personaggi illustri quali Clay Regazzoni, Silvio Moser, Loris Kessel, Andrea Chiesa e Philipp Peter e tanti altri. Ai giorni nostri ci sono anche tanti piloti giovani che attualmente a livello internazionale si stanno disimpegnando molto bene. Penso ad Alex Fontana, l’anno scorso impegnato nei campionati asiatici, Joël Camathias, il quale ha corso la 24 ore di Le Mans, Gabriele Gardel e Stefano Comini, campione del mondo nelle gare turismo, Sharon Scolari, che corre nella Formula Renault e Lotus Cup, Raffaele Marciello, vincitore del Fia Gt World Cup al Gran Premio di Macao 2019. Senza dimenticare anche il Team Kessel, con il figlio di Loris Kessel, Ronnie, vero trascinatore. Sono tutti validissimi esponenti dell’automobilismo ticinese che stanno portando avanti una tradizione di successo. A costoro, vanno poi aggiunti i cosiddetti   “Gentlemen Drivers”. Piloti che, come il sottoscritto, sono poco conosciuti e praticamente ogni fine settimana vanno in Germania, Francia e Italia e partecipano alle gare di turismo e endurance. Non godono certo di grande visibilità, ma sono spinti da una passione incondizionata. Il Ticino è una fonte inesauribile di talenti alla guida. La tradizione non conosce soste, è un continuo sbocciare di giovani talenti promettenti. Naturalmente, oggi non bastano più la bravura, il coraggio, il talento e la determinazione. Sono necessari anche gli sponsor, aiuti esterni, e un po’ di visibilità mediatica. La realtà è questa. A fronte di queste difficoltà, molti giovani emergenti hanno nel frattempo dovuto rinunciare al loro sogno.

E se il Ticino, domani, riuscisse a organizzare una gara? Avremmo potuto averle, con la Formula E. Lugano ci è andato vicino, ma poi la scelta è caduta su  Zurigo e Berna. Si è persa una grande occasione. Sarebbe fantastico se riuscissimo a ospitare un grande evento motoristico. Voci dicono che sul sedime dell’attuale aeroporto di Lugano potrebbe sorgere un circuito. Inizialmente non vi si disputerebbero gara, ma sarebbe a disposizione per i test delle vetture. Oggi bisogna andare in Italia, per girare su un circuito. Ne nascesse uno a Lugano, lo avremmo finalmente in casa…

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